domenica, aprile 22, 2007

Non ci posso credere!

Passano pochi giorni dal mio ultimo post e cosa succede? Il campionato italiano finisce con qualche domenica d'anticipo, premiando la squadra più forte della stagione ma anche la più odiata del momento: l'Inter di Massimo Moratti vince il suo quindicesimo scudetto ma ancora una volta non riesce a far suo quel tributo unanime che le manca dagli anni 60, da quando il patron Angelo seppe farne un mito del calcio, appannatosi inesorabilmente a causa di una faciloneria autolesionista che sarebbe stato il marchio del club per molti anni a venire. Nondimeno vittima di un calcio ormai privo dello storico appeal e quindi di eventi percorsi sempre dall'ombra del tranello che, sotto il peso della desolazione incombente, sanno solo accendere parapiglia mediatici che civettano con gli enormi interessi economici in cui si dipana il "soccer" nazionale. Ma evidentemente come dice la tradizione popolare, i "guai non vengono mai soli": infatti accanto ai clamori festosi provenienti dai campi di gioco si poteva ascoltare la notizia politica del giorno, che celebrava finalmente il matrimonio tanto atteso tra due grandi partiti del teatrino italico, ovvero i DS e la Margherita. Dopo trent'anni dall'omicidio di Aldo Moro, sacrificato nel nome della fermezza e dell'ipocrisia statuale (valgano per tutte le osservazioni di Leonardo Sciascia), si porta a termine il disegno politico del compromesso storico, dissolvendo quelle convergenze parallele che hanno caratterizzato il cammino di questo paese e aprendo una fase nuova nel sistema dei partiti, finalmente orfani dei loro retaggi novecenteschi per concentrarsi in maniera definitiva sui destini del neo-liberismo planetario. Purtroppo dopo l'epoca del terrorismo, quella di tangentopoli, passando tra tentazioni golpiste e scandali alla luce del sole, questo paese senza stile e senza memoria non trova di meglio da fare che alzare il velo sul declino di una tradizione che mette, almeno per il momento, la parola fine su ogni sogno progettuale legato al politico. Se nell'antica Grecia i filosofi erano chiamati al governo delle cose, oggi siamo ormai alla mercè di amministratori mediocri che si presentano alle folle dividendosi tra marketing e retorica, orientati come sono ad addomesticare il presente ma assolutamente incapaci a progettare l'im-possibile. Come direbbe Woody Allen: "Dio è morto, Marx è morto e anche io non mi sento tanto bene".