mercoledì, ottobre 18, 2006

Il cuore del riconoscimento

IL CUORE DEL RICONOSCIMENTO (Pratyabhijñâhrdayam) di Ksemaraja, discepolo di Abhinavagupta, (X secolo)

1 La coscienza assoluta tramite il suo movimento libero e spontaneo manifesta, mantiene e riassorbe l'universo.

2 La coscienza ha il potere di dispiegare la realtà di fronte al suo stesso specchio.
3 La molteplicità illusoria dell'universo appare attraverso la relazione del soggetto e dell'oggetto.
4 Il praticante la cui coscienza è contratta percepisce l'universo nella sua forma contratta.
5 La coscienza assoluta diviene coscienza individuale a causa di questa stessa contrazione provocata dagli oggetti della coscienza.
6 La coscienza individuale è la coscienza assoluta.
7 Ma quando la coscienza appare duale e quando questa dualità è coperta dal velo dell'illusione, la coscienza si frantuma ancora e prende la forma dei trentacinque tattva.
8 Così tutte le teorie filosofiche appaiono come dei ruoli messi in scena dalla coscienza assoluta.
9 Quando la conoscenza, il desiderio, lo spazio, il tempo e il potere di realizzazione sono limitati dalla coscienza individuale, la shakti é limitata.
10 Ma anche nella sua condizione oscurata, il sé limitato é di natura assoluta.
11 Il Sé manifesta, assapora, spazializza, feconda e dissolve tutti gli ostacoli. É la visione degli yogi e delle yogini.
12 Trasmigrare é essere nell'illusione della separazione e non riconoscere la visione dei Siddha.
13 Aprendosi a questa conoscenza, il Sé limitato diventa il Sé assoluto.
14 Il fuoco della conoscenza suprema brucia. Consuma ogni conoscenza frammentaria e ogni oggetto.
15 Questo potere del riconoscimento della natura reale dell'Universo si estende ad ogni cosa.
16 Raggiungere la felicità é realizzare che la conoscenza assoluta é la nostra vera natura.
17 Aprire il centro del cuore é la felicità dello spirito.
18 Lo yoga si pratica attraverso la concentrazione sul cuore, il ritorno delle forme mentali e delle percezioni allo spazio, la percezione continua della spazialità che é celata sotto le forme mentali e le percezioni, il fremito costante della Kundalini, il Samadhi nella Realtà, il continuo ritorno all'informulato attraverso il respiro e i mantra, la circolazione del respiro tra i cuori.
19 Così il Samadhi si stabilisce in modo permanente grazie alla fusione dell'esperienza interiore e della Realtà.
20 Ci si stabilisce allora nel Sé supremo, essenza della Coscienza, autonomia e felicità. La realtà intera emana e si riassorbe nel Sé assoluto. La natura di Shiva é realizzata.

© Daniel Odier e Editions du Relié, (in corso di pubblicazione).