mercoledì, agosto 30, 2006

Finanza e mercati

Leggendo un articolo su un noto quotidiano nazionale, incentrato sul tema dell'intelligenza umana, mi sono incuriosito dall'attenzione che l'autore rivolgeva invece al concetto di stupidità, ascritto a coloro che procurano un danno altrui senza trarne beneficio alcuno. Tesi piuttosto suggestiva pensai ma suscettibile di ulteriori obiezioni: infatti che dire allora di quella "classe" a cui appartengono coloro che procurano un danno altrui traendone magari beneficio consapevole ? Ma l'argomento che mi indusse a proseguire nelle mie divagazioni non fu tanto lo spostamento metonimico, che colloca la stupidità aldifuori del ristretto ambito logico-formale per porla in quello della morale, quanto quel sottile rapporto tra utile e perdita evidenziato come effetto della suddetta intenzionalità. E' naturale che quando parliamo di queste cose il pensiero vada subito al campo della finanza, portandoci agli eventi che occupano ultimamente le preoccupazioni di tanta gente e che hanno fatto versare fiumi d'inchiostro sulle pagine dei giornali e nelle cancellerie dei tribunali. Spesso succede che tanta gente, trovandosi nella situazione di possedere dei risparmi, si è rivolta fiduciosa a qualche funzionario autorizzato e credendo di fare un buon investimento ha visto poi deluse le proprie aspettative. In questi casi purtroppo a nulla valgono i consigli di tanti operatori che, pur suggerendo sempre l'acquisizione di conoscenze finanziarie adeguate, vedono cadere nel vuoto le loro raccomandazioni: infatti si sa che l'odore del denaro ha un potere ineguagliabile e pochi hanno la capacità di sottrarsi di fronte alla possibilità di arricchirsi facilmente. La cosa sconcertante però è che, dopo una attenta analisi del mondo borsistico, ci si accorge che non solo i piccoli fai-da-te ma anche i retailers più scafati cadono sotto le ferre leggi del mercato, con buona pace dei principi economici e della manualistica più diffusa. In questi casi bisogna proprio dire che se qualcuno volesse figurare come zimbello altrui non potrebbe trovare migliore responsabile se non il proprio inconscio. Questo perchè quì come in altri campi le scelte intraprese sono sempre il frutto di decisioni umane basate sulle convinzioni più disparate ma prevedibili, insomma su stati d'animo o "sentiment", che nel mondo degli affari rappresentano purtroppo una variabile nefasta. Eccone una prova: quando a maggio di quest'anno i maggiori indici mondiali erano ai massimi stagionali, la Federal Reserve americana lanciò un warning sull'inflazione nazionale aumentando il costo del denaro e causando un crollo generale delle quotazioni di almeno il 12-15%, tanto da creare un movimento al ribasso che fece tremare i polsi a tutto il sistema. In quella occasione le società di trading e i loro analisti, dopo un primo momento di incertezza, cercarono di frenare quel trend negativo spostando nuovamente l'attenzione sui fondamentali economici, rimasti pressochè invariati, ma il processo nel frattempo si era avviato e ci vollero ben tre mesi perchè il mercato si riavesse dai suoi tentennamenti e ricominciasse a crescere. Meditare gente, meditare.