mercoledì, ottobre 25, 2006

Epitteto, Manuale (17)

Ricorda che sei soltanto attore di un dramma, ed è chi lo allestisce a stabilire di quale dramma: se lo vuole breve, reciti un dramma breve; se decide che sia lungo, uno lungo; se ti riserva la parte di un mendicante, cerca di interpretarla con bravura, e così quella di uno zoppo, di un magistrato, del privato cittadino. Perché il tuo compito è questo: impersonare bene il ruolo assegnato; sceglierlo
tocca ad altri.

Epitteto (Gerapoli, Frigia, 50 ca - Nicopoli, Epiro, 138 ca)

mercoledì, ottobre 18, 2006

Il cuore del riconoscimento

IL CUORE DEL RICONOSCIMENTO (Pratyabhijñâhrdayam) di Ksemaraja, discepolo di Abhinavagupta, (X secolo)

1 La coscienza assoluta tramite il suo movimento libero e spontaneo manifesta, mantiene e riassorbe l'universo.

2 La coscienza ha il potere di dispiegare la realtà di fronte al suo stesso specchio.
3 La molteplicità illusoria dell'universo appare attraverso la relazione del soggetto e dell'oggetto.
4 Il praticante la cui coscienza è contratta percepisce l'universo nella sua forma contratta.
5 La coscienza assoluta diviene coscienza individuale a causa di questa stessa contrazione provocata dagli oggetti della coscienza.
6 La coscienza individuale è la coscienza assoluta.
7 Ma quando la coscienza appare duale e quando questa dualità è coperta dal velo dell'illusione, la coscienza si frantuma ancora e prende la forma dei trentacinque tattva.
8 Così tutte le teorie filosofiche appaiono come dei ruoli messi in scena dalla coscienza assoluta.
9 Quando la conoscenza, il desiderio, lo spazio, il tempo e il potere di realizzazione sono limitati dalla coscienza individuale, la shakti é limitata.
10 Ma anche nella sua condizione oscurata, il sé limitato é di natura assoluta.
11 Il Sé manifesta, assapora, spazializza, feconda e dissolve tutti gli ostacoli. É la visione degli yogi e delle yogini.
12 Trasmigrare é essere nell'illusione della separazione e non riconoscere la visione dei Siddha.
13 Aprendosi a questa conoscenza, il Sé limitato diventa il Sé assoluto.
14 Il fuoco della conoscenza suprema brucia. Consuma ogni conoscenza frammentaria e ogni oggetto.
15 Questo potere del riconoscimento della natura reale dell'Universo si estende ad ogni cosa.
16 Raggiungere la felicità é realizzare che la conoscenza assoluta é la nostra vera natura.
17 Aprire il centro del cuore é la felicità dello spirito.
18 Lo yoga si pratica attraverso la concentrazione sul cuore, il ritorno delle forme mentali e delle percezioni allo spazio, la percezione continua della spazialità che é celata sotto le forme mentali e le percezioni, il fremito costante della Kundalini, il Samadhi nella Realtà, il continuo ritorno all'informulato attraverso il respiro e i mantra, la circolazione del respiro tra i cuori.
19 Così il Samadhi si stabilisce in modo permanente grazie alla fusione dell'esperienza interiore e della Realtà.
20 Ci si stabilisce allora nel Sé supremo, essenza della Coscienza, autonomia e felicità. La realtà intera emana e si riassorbe nel Sé assoluto. La natura di Shiva é realizzata.

© Daniel Odier e Editions du Relié, (in corso di pubblicazione).

venerdì, ottobre 13, 2006

Jan Saudek, An Alcoholic

giovedì, ottobre 12, 2006

Poeti ancora

ELISA BIAGINI Corpo 4
Se io rimango seduta, il mio braccio ti segue nelle stanze - ti porta di me -, di unghie, srotolata come a leggerci fiumi, come un tracciato per l’interruttore, un tappeto di me: la spina una rotaia.
Elisa Biagini è uno dei sei finalisti del premio Antonio Delfini 2003

domenica, ottobre 08, 2006

Poeti

ANNE SEXTON La terra
Senza immagine Dio vaga in paradiso ma preferirebbe fumarsi un sigaro o mangiarsi le unghie, e così via. Dio è il proprietario del paradiso ma agogna la terra, le grotticelle assonnate della terra, l'uccellino alla finestra di cucina, perfino gli assassini in fila come sedie scassate, perfino gli scrittori che si scavano l'anima col martello pneumatico, o gli ambulanti che vendono i loro animaletti per soldi, anche i loro bambini che annusano la musica e la fattoria bianca come un osso, seduta in braccio al suo granturco e anche la statua che ostenta la sua vedovanza, e perfino la scolaresca in riva all'oceano. Ma soprattutto invidia i corpi, Lui che non l'ha. Gli occhi apri-e-chiudi come una serratura che registrano migliaia di ricordi, e il cranio che include l'anguilla cervello– tavoletta cerata del mondo - le ossa e le giunture che si giungono e si disgiungono - e c'è il trucco -, i genitali, zavorra dell'eterno, e il cuore, certo, che ingoia le maree rendendole monde. Lui non invidia più di tanto l'anima. Lui è tutto anima, ma vorrebbe accasarla in un corpo e scendere quaggiù per farle fare un bagno ogni tanto.

Anne Sexton Poesie su Dio a cura di Rosaria Lo Russo Casa Editrice Le Lettere, 2003

giovedì, ottobre 05, 2006

Gilles Berquet, le banquet